giovedì 17 febbraio 2011

Arkeon - seminari intensivi (VHS 4)

Arkeon - Seminari intensivi (VHS 4) from arkeon on Vimeo.

Posto due link dove si possono trovare le descrizioni da me fatte dell'intensivo e alcuni interventi esplicativi di certi esercizi, molto interessanti, postati da Carlo. I link rimandano alle pagine 8 e 9 del topic 'Teorie e tecniche di arkeon'.

inizio descrizione intensivi
intervento di Carlo sul canto – pag.9 descrizione ki training e descrizione effetti respirazione forzata - iperventilazione

(continua dal VHS 3) Siate l’uno di fronte all’altro e quello che direte all’altro è ‘io sono qui per o perchè ‘ (interruzione video che riprende poco dopo) io sono qui per perdonarmi, io sono qui per lasciare mia madre. Sceglietevi una persona e andate ancora più profondamente nella motivazione per la quale siete qui.
Un pezzo della mia storia. Posso riprendere il mio cammino e per un momento vado, vado (…) qual è la mia paura (02:26). ‘La mia paura nell’essere qui è … ‘ vado nelle (…) che ho avuto (02:41). Se volete potete per un secondo chiudere i vostri occhi e lasciate lavorare la domanda dentro: ‘La mia paura nell’essere qui è ...’

La mia paura nell’essere qui è svelare a me stesso la mia illusione;

(notare come il Moccia, con questi ‘suggerimenti’ indirizzi le persone verso determinate ‘loro’ paure);

la mia paura nell’essere qui è scoprire di avere investito male la mia storia, la mia vita; la mia paura nell’essere qui è mettere in discussione ciò che sono.
Guardo qual è la mia paura nell’essere qui. Ora posso riaprire i miei occhi. Sceglietevi una persona a cui condividere ‘qual è la paura che ho nell’essere qui’. Siate l’uno di fronte all’altro. Sceglietevi una persona del cerchio e siate l’uno di fronte all’altro. ‘La mia paura nell’essere qui è…’
Quando parlate guardatevi negli occhi. La mia paura nell’essere qui è scoprire che se non svelo il mio segreto io non posso essere con te.

(Moccia comincia ad introdurre il concetto di funzione salvifica della confessione pubblica, elemento comune a molte sette. In arkeon la confessione pubblica veniva caldeggiata e sostenuta dal motto: ‘la verità vi rende liberi’).

La mia paura nell’essere qui è di non sentirmi pronto.
(06:46) Sceglietevi una persona dalla quale vi sentite minacciati, minacciati non significa soltanto che vi incute timore in senso oscuro, ma anche da una persona da cui vi sentite attratti e che non avvicinereste mai e condividete qual è la vostra paura nell’essere qui. Guardatevi attorno e dite ‘da quella persona io non ci andrei mai’ e andateci.
Ora per un momento mi osservo e guardo qual è la mia intenzione. ‘La mia intenzione nell’essere qui è …’

La mia intenzione nell’essere qui è chiarire la mia direzione e guardare la mia verità. La mia intenzione nell’essere qui è aprirmi all’amore. Guardo qual è la mia intenzione nell’essere qui.

Io voglio chiedervi di guardarvi.
In questi giorni piangeremo, soffriremo e rideremo insieme. Io vi auguro buon lavoro. Avrete anche tutti i sostegni per andare dentro tutto questo.
Ora prendetevi il vostro quaderno e la vostra penna e scrivete (taglio nel video).

Moccia dice di scrivere le domande che i partecipanti hanno formulato a voce sul quaderno. I partecipanti dovanno rispondere a queste domande per iscritto, sul quaderno.

(11:37) Sentite quella che risuona meglio per voi: ‘io sono qui per’ oppure ‘perché voglio’ ‘per …’ due punti; giro la pagina, ‘la mia paura nell’essere qui è…’ due punti; giro ancora la pagina e scrivo ‘la mia intenzione è …’
Ora avrete tempo fino a domani mattina, domani all’ora di pranzo per scrivere … per rispondere a queste tre domande.

Ora faremo un viaggio e poi andremo a cenare, andremo a salutare il fuoco; questo fuoco ci accompagnerà in questi giorni. Potete mettere via cartelline eccetera. La cartellina la potete lasciare in stanza da stasera … (taglio nel video – quando le immagini riprendono, vediamo che i partecipanti sono riuniti vicino al fuoco ‘sacro’).

(13:20) Moccia: … e dopo, anche dopo cena.

I partecipanti si dispongono in cerchio intorno al fuoco e si prendono per mano.

Moccia: non allargatelo troppo (il cerchio) rimaniamo più vicini. Il mio consiglio per voi è di non disperdervi, anche nei momenti in cui siete … tra virgolette ‘fuori dal lavoro’ stateci dentro. E se di notte vi svegliate, avete un pensiero, venite qui al fuoco.
Voglio chiedervi di guardarvi. Attorno a questo fuoco, in questi giorni, accadranno molte cose. Augh. Andiamo a cenare. (qualche partecipante dice ‘grazie’. Il cerchio si scioglie e la gente si avvia a mangiare).

(Dal 16:08 al 16:20 Moccia dice qualcosa a qualcuno a bassa voce. Io riesco a capire solo ‘è il terzo giorno’. Se qualcuno riesce a sentire meglio, per favore aggiunga.)

(0:17:09:11) qui cominciano le riprese del ki training e una voce, probabilmente quella della persona che ha effettuato le riprese, dice chiaramente a che giorno, mese e anno si riferiscono.

Voce: Intensivo, secondo giorno, 6 luglio 2004.

Ci troviamo nello spiazzo davanti al tempietto. I partecipanti sono già posizionati sulle coperte/materassini/asciugamani che si sono portati. Alcuni sono riusciti a trovare posto all’ombra, altri sono sotto il sole. Il ki-trainig comincia presto, di solito alle 8. Esserci è d’obbligo. Se qualcuno manca, il Moccia o uno dei maestri , troveranno il modo di esprimere un certo disappunto per quell’assenza. Solo i maestri possono non partecipare, se vogliono. Arriva Moccia canticchiando ‘Bonjour, bonjour’.

Moccia (rivolto a qualcuno): è stata dura stamattina, eh? Perché? Bello! (comincia a passeggiare avanti e indietro davanti al tempietto. Le persone si alzano in piedi).

Da notare come, nel discorso che segue, Moccia suggerisca precisi percorsi di pensiero ai partecipanti.

Moccia: Il lavoro che faremo, e lo faremo tutte le mattine, non è un esercizio fisico, ma è un lavoro che riguarda l’identità, la relazione mente/corpo, l’unità e da questa unità, ricerca del centro, cioè del punto di potere che ci permette di relazionarci al mondo.
Avere un potere non significa avere uno strumento per uccidere, non significa avere uno strumento per essere migliore di qualcun altro, avere un potere non significa poter utilizzare questo potere per soddisfare i proprio bisogni, ma semplicemente per essere se stessi, per non chinare il capo di fronte (…) avere il coraggio della verità, cioè per essere liberi.
Quando noi ci relazioniamo al mondo, le cose che noi facciamo e sale una domanda dentro: che cosa il mondo si aspetta da me, quello che il mondo si aspetta da me corrisponde a ciò che io sono e a ciò che io voglio. Se io realizzo ciò che io voglio, sono sbagliato; che cosa devo cambiare di me per essere come tu mi vuoi perché tu possa riconoscermi e possa amarmi. E allora quello che io guardo è che le persone crescono e diventano adulte vivendo in funzione degli altri.
Voi siete qui per imparare che nella vostra vita esiste una persona, la più importante di tutte, e siete voi. Siete voi con quello che sentite, con quello che pensate, con quello che avete nel vostro cuore, siete voi capaci di andare nella merda ma anche di risollevarvi da quella, siete voi capaci di toccare il dolore ma anche di comprenderne il significato.
Ecco perché quando noi lavoriamo sul ki, cioè sul potere personale, il vostro potere poi sarete voi a scegliere se metterlo a disposizione dei vostri bisogni o di quello che realmente siete.
Il vostro potere è anche il potere di dire sì o no, la vostra mente è abituata al forse, vediamo; questo non significa non avere una direzione perché una persona può anche evitare le risposte, ma avere il coraggio di prendere una direzione chiara è il nostro scopo. Essere chiari significa essere diretti, essere chiari significa onorare la bellezza, essere chiari significa anche sperimentarsi nell’essere veri.
Questo lavoro avrà una parte fisica, che serve alla centratura, serve a metter radici, e avrà una parte psichica, però parte fisica e parte psichica non sono scindibili fra loro. Infatti quando facciamo un lavoro sul potere personale, lo strumento più importante è la coscienza. Quando fate un movimento, questo movimento può essere vuoto, ma quando faccio un movimento, questo movimento può essere pieno se ci sono con la mia coscienza, per cui seguirete con l’attenzione il movimento del corpo e in quel movimento ci sarete voi. (0:23:56)

Esserci significa che se estendo in quella direzione, la mia intenzione va lì, la mia direzione è quella e mando l’energia. Lavoreremo sulle leggi del potere personale e lavoreremo individualmente ma anche in coppia, sul testare e sull’approfondire le leggi del potere personale.

La posizione da cui partiremo è il seiza (posizione estremamente scomoda e in breve tempo dolorosa per chi non è abituato ad assumerla. Provare per credere. Da notare anche per quanto tempo viene richiesto ai partecipanti di mantenerla).

Potete andare giù (i partecipanti assumono la posizione seiza). Due pugni affiancati sono la distanza fra le ginocchia. Le mani sono, le braccia sono morbide e rilassate qui. Controllate anche che le spalle siano rilassate e il tronco è dritto. Potete prendere un punto nel muro e creare un movimento di respiro circolare dove inspiro dal naso, inspiro dal naso, pausa, espiro dalla bocca aperta ed estendo. Quando estendo mando la mia energia in un punto davanti a me, sul muro. Pausa, inspiro; inspiro attraverso il naso e quando inspiro, seguirò il respiro all’interno del corpo, mandandolo giù sotto l’ombelico, quattro dita. Pausa, espiro con la bocca aperta ed estendo; inspiro, pausa, espiro ed estendo. L’inspirazione e l’espirazione sono lunghe (0:26:14) inspiro, pausa, espiro ed estendo.

Quando espirate, è bene che anche voi sentiate il sound, il suono dell’aria che dal vostro ki, passando attraverso il vostro corpo, arriva nel punto di fronte a voi. Inspiro, pausa, espiro ed estendo. Inspiro, pausa, espiro ed estendo (Moccia passeggia avanti e indietro fra i partecipanti. Si avvicina ora a questo, ora a quello dando consigli a voce bassa). Spalle, rilassa. Inspiro, pausa, espiro ed estendo. Inspiro, pausa, espiro ed estendo.

Nello za zen, questo lavoro andrebbe fatto nel dojo davanti a un muro. Ma sul muro vedreste un’ombra, che è l’ombra del monaco col bastone (da notare che Moccia passeggia fra i partecipanti con la katana di legno in mano!) il quale, per sostenervi nel momento in cui vede che c’è qualche tensione nel corpo, vi dava semplicemente una legnata. Noi saremo più blandi, sarete toccati quando c’è tensione. Controllate che il corpo sia completamente rilassato, il peso verso il basso e il respiro. Inspiro, pausa, espiro ed estendo.

Quello che verrà fuori è che potranno venir fuori dei dolori, ginocchie (dice proprio così!), caviglie, spalla. Potete mandar lì il vostro respiro se sentite questi dolori. Rilassati, apri (a bassa voce, ad un partecipante). Inspiro, pausa, espiro ed estendo. Curate la pausa tra la inspirazione e la espirazione. Espirare ed estendere non è soffiare ma è ahh (emette fiato rumorosamente) mandare il vostro potere fino a quel punto nel muro. Gli occhi sono aperti. Inspiro, pausa, espiro ed estendo.

(0:31:33) Moccia: Se qualcuno di voi prova del dolore, dentro quel dolore c’è un pezzo di resistenza. Quando il vostro lavoro sarà finito quando sarete in grado di stare in questa posizione, in silenzio, per 14 ore, per un mese di fila. E scoprirete che la vostra mente diventa vuota, si svuota persino dell’illusione del dolore. Inspiro, pausa, espiro ed estendo. (credo che questo si commenti da sé) (taglio nel video)

Nell’inspirazione il sentimento è di portare dentro forza vitale, energia; con l’espirazione estendo il mio respiro, insieme ad esso la forza, ma è anche il respiro che porta via le tensioni e che mi connette alla terra. Inspiro, pausa, espiro ed estendo.
Inizieremo e chiuderemo questo lavoro con il saluto. Sulle pareti del tempio – sono io che lo faccio, non voi – sulle pareti del tempio, mettete lì i maestri, che sono le persone che io onoro perché hanno guidato la mia storia. Non date un nome a questi maestri, sono tutti i maestri della vostra vita. (si gira verso il tempio, inchinandosi) Onegai shimasu. (i partecipanti lo imitano). Onegai shimasu.
Ora potete sedervi (0:35:21)

Puoi andare più in dietro, F.? (si rivolge a chi guiderà gli ‘esercizi fisici’ a voce bassa).
Gli esercizi fisici saranno guidati da F. che vi accompagnerà nella parte fisica di questo lavoro. F. è mio allievo da 8 anni, credo, 9 quasi, 10 da 10 anni e è venuto, ha messo il naso dentro, c’ha messo un piede, poi ha detto ‘No grazie’ è sparito per 8 anni, però il lavoro lavora.
Poi dopo 8 anni è tornato, ha bussato alla porta e ha detto ‘Sì grazie’ e da quel momento è cominciato un bellissimo lavoro dove esiste una conoscenza, ma la saggezza non è possedere una conoscenza, ma è sapere come usare la conoscenza che si ha e credo che questo è lo step nel quale noi siamo, perché in fondo, dentro il cuore di ciascuno di noi c’è una cosa che si chiama bellezza e anche conoscenza. Quello che state imparando è come usare questo, quello che imparerete è come usare ciò che siete e ciò che sapete.
Quando fate questi esercizi, fateli mettendoci dentro l’intenzione. Se le vostre mani vanno ai vostri piedi, la vostra attenzione dev’essere lì, se faccio un movimento, la mia attenzione dev’essere lì. Vai F. presentati prima al gruppo.

F: Ciao a tutti, io sono F. da domattina farò la parte del ki training.Grazie.

Tutti: Grazie

Comincia a far fare vari esercizi ai partecipanti ripetendo quasi a pappagallo le indicazioni del Moccia (da 0:38:34) che intanto passeggia fra i partecipanti e ogni tanto interviene per spiegare meglio l’esercizio che i partecipanti stanno eseguendo.

(0:50:14) Moccia: … come se questa mano va giù, raccoglie, sale, va giù. Quando va giù con questa seguo la linea a metà della gamba, come se devo sentire la condizione di stretch dei muscoli (mi permetto un commento personale: trovo davvero irritante questo parlare sgrammaticato ed infarcito di parole inglesi. Mi chiedo come ho fatto a sopportarlo così a lungo. Adesso non lo reggerei 5 minuti!), se volete di strap dei muscoli (ha fatto la battuta, però non ride nessuno)l’esercizio al centro non è qui, ma è total, vado giù, cerco il limite, il confine, vado. Infatti le tensioni sono sulle gambe e in quest’area. Il tronco è dritto, non si piega in avanti. (taglio nel video).

(0:51:35) … di essere una pala meccanica, scavo e risalgo. Questo rende il movimento circolare e permette di cambiare la direzione in maniera morbida. Non state andando lì ma state andando giù. Scavo e torno su … il limite fisico è quello che il vostro corpo può raggiungere. In realtà quando scendo, sono sceso qui ma la mia intenzione è lì. E’ come se la vostra attenzione dev’essere leggermente oltre la posizione del corpo. Questo già permette all’energia di fluire meglio. Se io vado così, il limite fisico è qui, ma la mia intenzione è lì. Ecco perché estendere l’energia mi permette proprio di andare oltre e il corpo segue. Prima in una direzione e poi nell’altra. (0:52:30), quindi scendo e devo proprio avere la coscienza della forza di gravità che mi porta verso la terra. Nella rotazione cerco il limite. (taglio nel video)

Adesso lo stesso esercizio lo farete da qui fino a qui. Visualizzatevi nell’area … (taglio video).
Cercate il livello di massima estensione del movimento. Adesso tutti e due gli omeri … adesso tutti e due indietro … (taglio video).
Oh, quando dite ‘penso di averlo provato’ non lo avete provato. E’ lui, è vero? (si sentono lamenti di dolore da una voce femminile 0:55:39). Lo hai trovato? (Moccia chiede a diversi partecipanti) Taglio video.
… adesso non è il caso di approfondire. Quello che mi interessa è che voi lo massaggiate con un massaggio circolare e usando il respiro, prima una mano e poi l’altra (alcuni tagli nel video) ora posso scrollare le … (taglio video)

Dal 0:56:40 1:00.54 al ci sono vari tagli nel video. Negli spezzoni si vedono i partecipanti che svolgono esercizi fisici guidati dal Moccia.

(1:00:54) Moccia: Potete alzarvi. Una delle cose che noi facciamo è conservare il controllo, anche quando apparentemente siamo lontani, in realtà la nostra mente è abituata a controllare; ora in questo esercizio, quello che farete sarà misurare il livello di controllo, farvi … le braccia sono abbandonate alla forza di gravità della terra. Quando io muovo il mio … quello che muove le braccia è la forza centrifuga.
(Moccia parla al telefono)

(1:02:52) Ora rifaremo questo esercizio, quando batterò le mani vi fermerete, vi fermerete nella posizione in cui siete (batte le mani e i partecipanti si bloccano). Ora, A. e come si chiama lei, un po’ te, un po’ te, un po’ te, R., A., te (indica diverse persone) se io mi fermo, qualcuno batta le mani (mostra come si deve svolgere l’esercizio) allora sono libero dal controllo. Se sono … vuol dire che sto controllando (1:03:46).
Ora prendete una mano, prendete un’altra mano e mettete due dita vicine. Con un dito giro in questa direzione e con l’altro al contrario (mostra il movimento che devono fare. Pochi riescono a farlo bene.) Avete una mente molto limitata.

Ora, esiste una parte psichica dove quello che voi pensate è che una persona sia buona oppure cattiva, che una persona sia generosa oppure … (non riesco a capire quello che dice). Quello che dovete imparare è che dentro di voi c’è questa cosa, c’è una parte di voi che è generosa e una parte di voi che è avida, c’è una parte di voi che è buona e una parte di voi che è cattiva (taglio nel video).
(1:05:28) … quando noi entriamo nel mondo. Un giorno abbiamo mangiato il frutto di un albero che è la conoscenza del bene e del male, queste parti … (taglio nel video) … a un’entità apparentemente oggettiva che … (non capisco) ciò che è bene e ciò che è male … (non capisco) se io vado profondamente dentro di me, mi accorgo che io sono capace di discernere e la cosa che mi permette di discernere è molto semplice: è che il male mi fa male e che il bene mi fa bene.

Le scelte vengono dal cuore e dalla libertà. Tutte le scelte che vengono dalle regole sono deboli e non hanno forza.

Ora riprovate l’esercizio di prima e sentite la forza centrifuga che porta le vostre braccia. Riuscirete a sentirla meglio se il movimento agite dal vostro ki e non dalle spalle. Il movimento è dal bacino … (non capisco, è troppo lontano, non sento quello che dice).

(1:08:16) Quello che faremo adesso sarà guardare questo spazio del controllo e è come se esiste una attività psichica al piano fisico: porto su una mano (alza un braccio, imitato dai partecipanti) normalmente quello che noi facciamo per ehm quando devo portare una mano da questo a questo punto e compio un atto volontario. Proviamo a a staccare, ecco. Scopro che il braccio è arrivato lì.
Se compio un atto volontario, impiegherò energia per portare il braccio da qui a qui e poi devo fare fatica per riportarlo lì.

Chi di voi ha vissuto con fatica? (alcuni partecipanti alzano la mano) Perché eravate scemi, cioè avete, non avete usato l’intelligenza naturale che è dentro di voi ma avete usato il dolore che c’è dentro di voi … e per agire. Chi agisce sotto la spinta del dolore spreca un casino di energia. Il movimento naturale è (fa vedere il movimento) oh, è arrivato lì, la fatica che compie è soltanto questa (i partecipanti riproducono il movimento come indicato dal Moccia).
Guardate un punto di fronte a voi. Inspiro, salgo, espiro, scendo. Cambio braccio … (continua con una serie di istruzioni sui movimenti da fare. I partecipanti eseguono i movimenti secondo istruzioni). Taglio video.

(1:11:29) Qui passiamo ad una nuova situazione. Dopo aver eseguito la serie di esercizi che abbiamo visto, i partecipanti vengono fatti sdraiare a terra sugli asciugamani/coperte che hanno portato.

Chi, guardando quello che è stato fatto fare finora ai partecipanti durante il ki training, abbia pensato che questi esercizi non si discostano molto, in fin dei conti, da quelli che si possono eseguire in un qualsiasi club vacanze, è pregato di seguire con attenzione quello che vedrà da qui in avanti.

Moccia: inspiro ed espiro. Durante i primi tempi della vita intrauterina fino agli ultimi mesi di gestazione, esistono … (taglio nel video) il riflesso della respirazione, poi useremo solo ed esclusivamente la parte alta del torace per cui manderemo l’aria, attraverso la bocca aperta, nella parte alta del torace, per cui inspiro ed espiro attraverso la bocca nella parte alta del torace. Inspiro ed espiro, inspiro ed espiro … (taglio video) torace, inspiro ed espiro attraverso la bocca aperta, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro.

Da notare come Moccia stia aumentando il ritmo delle sue istruzioni. In questo modo i partecipanti sono portati a respirare sempre più velocemente e senza pause fra l’inspirazione e l’espirazione come si può notare al 1:12:40. Una donna, F. l’assistente del ki training e altri collaboratori maestri del Moccia, girano fra i partecipanti appoggiando una mano sul petto di chi non respira abbastanza in fretta per aiutarlo ad aumentare il ritmo di respirazione. (taglio video)

Moccia: … completo; inspiro ed espiro nella parte alta del torace inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, seguendo il respiro veloce e pieno nella parte alta del torace inspiro ed espiro, nela parte alta del torace, la bocca aperta, elimino le pause tra la inspirazione e la espirazione e rendo il respiro circolare e pieno (1:13:12) inspiro ed espiro, inspiro ed espiro (taglio video) … la inspirazione, inspiro ed espiro,

Da notare che Moccia invitava i partecipanti ad espirare ‘facendo sentire il suono dell’aria che esce’. Invito chi guarda questi video a provare ad immedesimarsi nelle persone che vede, che non solo stavano da tempo respirando senza intervalli, con tutto ciò che questo comporta a livello fisico, ma lo facevano anche con tutti i lamenti degli altri nelle orecchie, lamenti che presto diventeranno per molti conati di vomito, pianti disperati e urla. Da tenere anche ben presente che, prima di questo momento, a nessuno veniva detto che durante il ki training si sarebbe fatta una seduta di respirazione forzata, a nessuno venivano spiegati gli effetti di questa respirazione e poi, dopo, questi effetti venivano interpretati da Moccia come ‘processi della persona’ che la seduta aveva portato a galla.[/u]

Elimino le pause tra inspirazione ed espirazione (Moccia gira fra i partecipanti col bastone e tocca il torace a chi non respira abbastanza rapidamente e senza pause) nella parte alta del torace e voglio sentire il sound dell’aria, non della voce ma solo l’aria; inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro (taglio video).

(1:14:00) qui si nota come una delle aiutanti spinga velocemente il torace di una partecipante per non farle perdere il ritmo. Cominciano già a sentirsi, ben chiari, i pianti di alcuni.

Moccia: cerco la massima estensione del mio respiro senza pause nella parte alta del torace con la bocca aperta.

(1:15:30) Cominciano a manifestarsi i devastanti effetti di questa respirazione forzata e prolungata perché [u]ricordiamoci che questo esercizio veniva protratto per un’ora e mezza o più.

Moccia: inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro (incalza i partecipanti) nella parte alta del torace inspiro ed espiro, inspiro ed espiro nella parte alta del torace … inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro senza pause nella parte alta del torace, con la bocca aperta, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, inspiro ed espiro (continua a ripetere queste frasi mentre il video si sposta ad inquadrare partecipanti che stanno visibilmente male SENZA POSSIBILITA’ CHE VI SIA DA PARTE MIA UN VIZIO DI INTERPRETAZIONE! come alcuni volevano far credere quando ancora questi video non erano disponibili e sotto gli occhi di tutti. Adesso si può vedere chi interpretava cosa nei vari blog degli adepti che difendevano e difendono l’ illuminato metodo di evoluzione personale che Moccia sosteneva di avere creato).

Moccia: il corpo è abbandonato alla forza di gravità della terra ed è completamente immobile. Quello che avviene è quasi un senso, fra virgolette, di una soglia dove la paura è quella di perdere il controllo. Inspiro ed espiro, inspiro ed espiro nella parte alta del torace (ripete ‘inspiro ed espiro ’ varie volte).

Prego di notare lo stato dei partecipanti dopo circa un’ora di respirazione forzata e chiedersi se è lecito fare questo a persone ignare perché, ripeto, nessuno sapeva, prima di farlo,a quali pratiche sarebbe stato sottoposto durante un intensivo. Ciò che veniva detto, dal Moccia, dai suoi maestri e da chi l’aveva fatto, era che ‘l’intensivo è uno strumento potentissimo di crescita personale, uno strumento che ti permette di ‘andare dentro ai tuoi processi’.
Nei prossimi video vedremo quanto questi famosi ‘processi’ fossero in realtà indotti a bella posta nei partecipanti attraverso esercizi di condizionamento mentale.

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